Torna finalmente online ChatGPT in Italia: OpenAI ha infatti accettato le richieste del Garante della privacy e in queste settimane ha implementato delle novità per migliorare la privacy degli utenti.
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Cosa era successo?
Il Garante della privacy aveva deciso di intraprendere un’istruttoria contro OpenAI, l’azienda proprietaria di ChatGPT, per problemi legati alla privacy degli utenti, come l’utilizzo incontrollato dei dati. Secondo le istruzioni del Garante, l’azienda avrebbe dovuto sistemare questi problemi entro il 30 aprile. E alla fine ce l’ha fatta!
Durante il periodo di adeguamento alle norme, ChatGPT era stato chiuso in Italia. Come avevamo visto nell’articolo ChatGPT bloccato in Italia: come continuare ad usarlo, c’erano comunque dei modi per aggirare le restrizioni imposte.
Quali sono le novità lato privacy
Sono state introdotte piccole novità per adeguare ChatGPT alle richieste del Garante. In particolare, il limite d’età e la disattivazione dell’elaborazione dei dati.
Il limite d’età
Se sei entrato all’interno di ChatGPT, avrai sicuramente notato il nuovo avviso “Welcome back, Italy!”. Questo popup spiega le nuove norme: l’età necessaria ad utilizzare ChatGPT è 18 anni, oppure 13 anni con il consenso del genitore.

È un avviso abbastanza marginale: non vengono fatti controlli per stabilire se realmente l’età sia corretta; ad esempio, la verifica dell’età su Google avviene tramite inserimento di una carta di credito.
Nuove impostazioni privacy
Cliccando su “Settings” nei tre puntini, si aprono le impostazioni del proprio account. Da qui, appare una nuova opzione: “Chat History & Training”, ovvero Cronologia chat e allenamento. Disattivandola, si potrà chiedere di non utilizzare i dati inseriti in chat per allenare l’AI di ChatGPT, ma verrà anche disattivata la cronologia.

Oltre a ciò, si potrà chiedere l’esportazione dei propri dati all’interno di ChatGPT.
Conclusione
Speriamo quindi che queste novità possano rendere accessibile ChatGPT senza altre interruzioni. Ci chiediamo però se queste nuove opzioni possano davvero servire, anche perché tutti i servizi che utilizzano ChatGPT, come Bing, non hanno queste funzionalità. E non vogliamo mica che ci siano altri ban!
In caso vorreste provare delle alternative a ChatGPT, potete leggere l’articolo dedicato.